il viaggio

IL VIAGGIO, LA DESTINAZIONE

L’obiettivo e la strada hanno la stessa importanza, dicono.

Veramente?

La consapevolezza del detto proviene da persone che si muovono da un sacco di tempo. Per consapevolezza si deve intendere, in parte, la comprensione delle implicazioni. Quelli più freschi spesso ripetono quello che a loro è stato detto, perché hanno ricevuto una buona educazione. Forse all’inizio non ne capiscono il senso ma poi col tempo, si chiarisce la frase magica, la frase da Jedi.

Per passare dalla teoria alla pratica usiamo “la pratica” giustamente:

-Forse voli come nessuno, ma come tutti un giorno devi atterrare.

Sembra superficialità, ma sembra solo. Quando cominciamo a saltare siamo in ricerca di certezze, abbiamo domande su noi stessi, sul mondo, e vogliamo una risposta immediata.

Concreta.

Un movimento può tranquillamente illustrare questa concretezza.

Partenza, sospensione, arrivo. Ogni passo della tecnica ha la stessa importanza. Non prevale uno su l’altro. Tutti i passi sono legati per realizzare bene una tecnica. Armoniosa, che differenzio da estetica.

Poi cresciamo e la spontaneità non ci soddisfa più. Inevitabilmente ci confrontiamo col doping. Non prendere prodotti proibiti per aumentare un’impresa atletica, incrementare muscoli and so on. Niente di originale.

Poi cresciamo ancora, sì, ci tocca purtroppo, e allora siamo ben coscienti del detto. La strada per fare alcune tecniche o salti pericolosi, per gli esseri umani normali, categoria di cui faccio parte, si rivela ardua e lunga.

Si realizza un percorso, un viaggio all’ interno di noi stessi dove prendiamo informazioni sui mezzi a disposizione. Un bilancio delle forze e delle fragilità porta a questa famosa consapevolezza. La risposta è limpida e senza menzogne. Per accompagnare questo percorso però l’allenatore, il coach, l’insegnante dovrà stare molto attento a proporre sfide accettabili per ogni individuo, sennò lo brucerà.

Essere consapevole delle proprie debolezze è una forza, e non significa essere debole. Nonostante non sia una vergogna esserlo ogni tanto. Non possiamo essere forti tutto il tempo della nostra vita. A meno che non viviamo nei libri.