Se uno ti prende a pugni e dice di voler parlarti, rispondi:
-Si, si, ma prima ti porgo la guancia sinistra…
Se uno ti deruba anni di lavoro e ti dice di voler parlarti gli rispondi:
-Ma certo, grazie di avermi rubato, mi piace stancarmi per niente…
Davvero? Ma di cosa vanno a parlare quelli che vanno per far sentire la loro voce? Non l’hanno ascoltata prima, non la ascolteranno adesso. Il programma è già pronto, la campagna è lanciata da mesi. Non vengono per consultare ma per continuare ad imporre. Sono passati di forza ed adesso preparano la crema. Ci sarà chi legittimamente sarà inquieto per il suo futuro e si chiederà se il suo percorso formativo verrà negato. Se il suo vissuto, se il suo contributo per la causa generale gli verrà riconosciuto. E cosi gireremo intorno alla questione centrale, al cuore della discussione:
-Ma voi che legittimità avete? Chiunque si sia allenato una sola volta nella sua vita, chiunque abbia fatto un solo raduno è già più legittimo. La disciplina è cresciuta senza di voi, appartiene a quelli che l’hanno fatta vivere in tutte le città e villaggi del mondo, per tutti i tempi, contro tutto e tutti, o quasi.
Voi dove eravate?
È vero, ci sono con loro due fondatori del parkour, Charles e David, ecco la legittimità. Non sono mai stati capaci di inserirsi all’interno di un gruppo di massimo dieci persone ed ora pretendono di poter gestirne migliaia. Woww!
Nei ultimi cinque anni, quante persone hanno condiviso un allenamento al loro fianco? Parlando con vari amici un po’ da tutto il mondo tornava sempre questo ritornello:
-David e Charles non sono più la voce di nessuno.
Scrivo come il praticante che non ho mai smesso di essere, m’indigno con gli altri, m’incazzo ma so in fondo che porteranno il furto avanti. Però io non ho dato il mio permesso.
Soprattutto sarà fatto senza qualcuno dei valori a cui teniamo: RISPETTO e CORAGGIO.
P.S.: Perché non sono i fondatori del parkour a venire di persona ad affrontare la perplessità dei praticanti?